Può anche essere, ne prenderò atto in seguito. Penso che a me siano venuti in mente i calciatori invece no. Una coda olimpica vissuta malissimo: doveva essere la gara della vita. Pratica una disciplina – il salto in alto dell’atletica leggera – a cui diamo importanza una volta all’anno: in occasione degli europei e dei mondiali.
Tutto si è detto e tutto si è scritto. Poi godersi l’impresa. In ogni caso, alla fine dei Giochi avrebbe fatto quello che ha sempre fatto. Sparire, ripresentarsi in camera ogni tanto, farsi i fatti suoi.
Per una settimana di popolarità rinforzata? Scelta peraltro che non mi ha entusiasmato ma pure ho compreso. Ma non è così e vittima: vittima per quale motivo? In ospedale ci è finito veramente.
Tre anni di allenamenti e sacrifici micidiali li ha fatti, i segni stanno tutti su quel corpo e forse anche in quello che gli è successo di recente. E dico sarebbe, perché so benissimo che parliamo di un irreale certo che esiste solo e soltanto dove sovente si dà da bere alla sete di irrealtà.