Cagliari-Juventus, moviola: rigore negato ai bianconeri, i dubbi sugli altri penalty

Quarantuno anni da compiere a settembre, ingegnere edile, arbitro dal 2003, Piccinini è stata la scelta un po’ a sorpresa di Rocchi per Cagliari-Juventus, anticipo della 33esima giornata di campionato. In A Piccinini vantava 62 caps con un bilancio di 32 vittorie per i club di casa, 13 pareggi, 17 successi per le squadre in esterna. Quest’anno contava 11 gettoni presenza (7 successi interni, 1 segno X, 3 affermazioni ospiti) e aveva sanzionato 4 penalty e 2 espulsioni (provvedimenti tutti equamente distribuiti casa/fuori).

ma vediamo come se l’è cavata ieri sera. Nei confronti con il Cagliari, Piccinini aveva diretto 9 incontri ufficiali, tra Serie A e Coppa Italia, con un bilancio di 1 vittoria, 1 pareggio e 7 sconfitte. AL 24′ Gatti ferma due volte in maniera irregolare la ripartenza di Luvumbo.

Prima con una evidente trattenuta e poi con un vistoso fallo davanti alla panchina di Ranieri che chiede il cartellino giallo. Ci stava l’ammonizione. Al 27′ colpo di testa di Dossena in area che colpisce il braccio largo di Bremer.

Al 36′ ancora penalty per i sardi. Palla verticale per Luvumbo che brucia la difesa bianconera e, a tu per tu con Szczesny si fa stendere. Per l’arbitro è giallo e rigore.

Al 60′ proteste di Nandez che sostiene di non aver toccato Chiesa e non aver fatto il fallo che ha portato alla sua ammonizione. Va sottolineata la caduta in ritardo di Chiesa. Al 94′ c’è un mani in area di Augello su cross di Chiesa.

Check del Var ma non c’è rigore. Il difensore ha le mani attaccate al corpo, giusto far proseguire. In campo in realtà pochissimi se ne sono accorti, anche i giocatori della Juventus non si sono lamentati.

Effettivamente c’è il gomito destro di Mina che si allarga molto pericolosamente sulla testa di Alcaraz e gli provoca anche una ferita. La ferita non dobbiamo considerarla come un punto di partenza nella valuatazione di questo episodio, ma dobbiamo considerare la punibilità del gesto stesso di Mina. E’ vero che sta saltando verso il pallone, ma quel braccio si allarga troppo verso la testa del giocatore della Juventus e pertanto ci stava il calcio di rigore per la Juventus, con ammonizione per imprudenza del difensore del Cagliari”.

Sul primo rigore invece c’è qualcosa da dire. Bremer si sbilancia andando a scontrarsi col suo compagno di squadra Gatti e di schiena colpisce il pallone con un braccio molto largo. Pro rigore è che il braccio è veramente tanto largo e c’è un aumento del volume corporeo, e il tocco è causato da uno scontro tra giocatori della Juventus.

Per contro invece c’è proprio il fatto che Bremer è di spalle rispetto al colpo di testa e in questo campionato c’è stato detto molto spesso che un giocatore di spalle, se tocca il pallone col braccio, non deve essere punito di norma anche se dobbiamo considerare che in questa circostanza particolare il braccio è sopra l’altezza della spalla, e anche questo è un punto a favore del calcio di rigore perchè sappiamo che un braccio sopra l’altezza della spalla è quasi sempre rigore automatico”.

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