Schumacher e Montoya: “Tutti si scansavano io no. La sua Ferrari era come la Red Bull oggi

Ci sono altri dualismi che hanno infiammato le corse ma che sono stati contenuti nel tempo, per un motivo o per un altro. E’ un pilota tutt’ora in attività nelle serie minori automobilistiche. Nel suo curriculum vanta diversi titoli: campione della F3000 Internazionale (1998), della Formula CART (1999) e due volte vincitore della 500 Miglia di Indianapolis (2000, 2015), di tre 24 Ore di Daytona (2007, 2008, 2013), oltre che di una Race of Champions (2017) e del campionato IMSA SportsCar WeaterTech (2019).

Tuttavia così come era arrivato nel circus se n’è andato sbattendo la porta a metà campionato 2006 dopo diversi dissidi con la McLaren che aveva annunciato Alonso per il 2007, per tornarsene nel motorsport americano. Tutti si spostavano per farlo passare. Il mio approccio in corsa era di essere uno stro*zo… e funzionava.

Avevi due possibilità: o mi fai passare o ci schiantiamo”. “ Non penso di essere mai stato troppo duro con lui. Anzi, trovavo fastidioso che nessun pilota lo sfidasse davvero.

Così si scansavano. Questo mi faceva arrabbiare”. Il colombiano ha anche parlato dei rapporti tra piloti, molto più freddi ai suoi tempi rispetto ad oggi in un’epoca social.

“Ora, tra social network e il resto, i compagni di squadra sembrano migliori amici. Ai miei tempi c’era un ambiente ostile, non si parlava con altri piloti. Io seguivo una frase del mio manager Ganassi ai tempi della Indy: “‘Se vuoi amici, portali, non sei qui per fare amicizia’.

Ed è vero.

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