L’Inter è campione d’Italia. Battendo il Milan per 2-1 nel derby i nerazzurri hanno conquistato aritmeticamente la seconda stella con 5 giornate di anticipo. I nerazzurri hanno vinto meritatamente il campionato, scavando gradualmente un solco profondo dalle sue inseguitrici (che neppure si è riusciti a definire nel tempo). Primo tricolore per Simone Inzaghi e secondo della gestione Zhang dopo quello vinto con Conte tre anni fa.
Ma tanti sono stati gli artefici della cavalcata tricolore, eco le tappe più indicative. Dall’estate, con delle gerarchie non così chiare da parte degli addetti ai lavori, fino al derby. Anche se, dal punto di vista del bilancio, il club nerazzurro aveva comunque tratto un profitto pari a 58,20 milioni dalla singola sessione di trasferimenti. Anche il tecnico piacentino è migliorato nella gestione quotidiana delle risorse: non più uomo di tappa ma anche abile maratoneta.
Sono settimane importanti perché è da qui che vengono costruite le gerarchie che ci accompagneranno fino alla fine. Titolari e riserve: le idee sono già chiare. Tra le due compagini i punti di distacco sono appena due: l’occasione per i bianconeri è ghiotta per cercare il sorpasso. Nella ripresa è gestione del risultato con entrambe le squadre che si accontentano.
Teoricamente ci sarebbe ancora spazio per riaprire il campionato nelle restanti gare ma la Juve molla e si fa anche scavalcare dal Milan. Si arriva al derby ed ecco la ciliegina. Sbattere il tricolore in faccia ai cugini. Prima Acerbi, poi Thuram.
Il Milan riappare solo a poco più di 10′ dalla fine ma è tardi. L’Inter si prende Milano. E trionfa. Vero, ci mancherebbe.
Però l’occasione può dare al successo un sapore ancor più speciale. Centrare il ventesimo tricolore nel derby appare quasi come un’umiliazione afflitta al nemico, con accezione naturalmente soltanto sportiva. Si sopravvive anche senza. Ma da oggi ci sarà un altro motivo di vanto e di sfottò per ogni nerazzurro nei confronti del rossonero di turno.
Nulla sarà più come prima insomma. E queste cose, si sa, valgono quasi quanto un trofeo.