E con questa spolverata di neve un po’ fuori stagione, ecco che tornare a parlare di sci calza decisamente a pennello. “Con gli altri sono un po’ più permissiva, ma nemmeno troppo. Diciamo che vivo per ricercare sempre e comunque la perfezione, anche se poi non riesco mai a raggiungerla. È un bisogno che si rincorre di continuo: un paio di settimane fa mi stavo allenando e ho fatto un piccolo errore.
Mi sono detta: ‘Non fare la femminuccia, non si scia così’. A raccontarlo quasi non ci si crede, ma succede spesso. Solo che una volta c’ho fatto una foto e non sono riuscita ad andare oltre un breve saluto, poiché ero troppo emozionata”. Non ditele però che certi risultati sono figli della sorte.
“Non sono scaramantica e non credo nella fortuna. Se vuoi qualcosa te la devi conquistare, e questo costa tanta fatica. Per questo cerco di dare sempre il massimo, anche se a volte si rischia di peggiorare le cose: ad esempio negli anni ho imparato un po’ a gestirmi negli allenamenti, evitando di esagerare e accettando anche di dovermi fermare per non aggravare certe situazioni. Prima non lo facevo e non a caso nascevano problemi anche a livello fisico e mentale.
Quanto alle sconfitte, a me non piace perdere, ma se non avessi imparato ad accettarle non sarei durata così a lungo”. Sebbene questo non gli abbia impedito di continuare a ricercare la perfezione. “Che non esiste. Mai completamente”.
Non ero agitata: dovevo scendere le scale e leggere da un cartoncino, penso che i cantanti e il loro staff fossero più agitati di me. Ma è stata una parentesi e basta: al festival preferirò sempre e comunque il cancelletto. “Puoi trasmettere tanti messaggi importanti e farlo nell’ottica di un bene superiore. Penso alla sostenibilità ambientale: vedo come sta cambiando la montagna e questa cosa mi preoccupa e mi spinge a sensibilizzare le persone sul problema che sta maturando.