RICOSTRUIAMO UNA CITTA’ PIU’ BELLA
SE NON ORA, QUANDO?
I diritti culturali sono riconosciuti tanto nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’ONU,
quanto nella Costituzione Italiana, nella Dichiarazione Universale dell’UNESCO, nella
Carta di Nizza. Nella definizione dell’UNESCO, i diritti culturali costituiscono una pietra
ancora mancante per la comprensione dell’universalità dei diritti dell’uomo; tutelare e
promuovere il diritto all’informazione, al sapere ed alla conoscenza, il diritto a godere delle
arti e dei beni culturali significa intendere la cultura come valore collettivo e quindi come
crescita civile e democratica, come spinta per lo sviluppo economico dell’intera Nazione.
In un Paese in cui il patrimonio artistico non ha eguali, i tagli del Governo ai Beni Culturali
sono irresponsabili. E troppo spesso, da noi, la cultura diventa una lucrosa “emergenza” da
far gestire alla Protezione Civile: il che vuol dire milioni di euro spesi senza controllo,
deroghe alla normativa e delegittimazioni delle competenze e professionalità.
Lucida, amara, inconfutabile, la riflessione di Salvatore Settis che, nel denunciare come
scandalo mondiale il crollo della schola armatorum a Pompei, aggiunge: “Altri crolli, altre
rovine, altri disastri arriveranno, immancabili”. A L’Aquila i crolli, le rovine, il disastro
sono arrivati la notte del 6 aprile 2009. E da quella notte, noi aquilani sappiamo bene che la
ricostruzione, la rinascita della città e dei borghi non può avvenire senza l’apporto
dell’arte. Siamo convinti che i progetti, destinati al recupero della città e le stesse opere
pubbliche debbano portare i segni temporali e culturali dei nostri giorni: progetti, dunque,
da condividere con gli artisti già in sede preliminare, per ridare vita, interesse artistico
e contemporaneità al territorio devastato dal sisma. Per questo stiamo chiedendo a gran
voce che nella ricostruzione/ripristino degli immobili pubblici, e in ogni intervento relativo
ad opere pubbliche, venga applicata la legge 29 luglio 1949, n. 717, meglio conosciuta come
legge del 2%. Questa norma, mai decaduta ma sistematicamente ignorata in passato per
assenza di sanzioni, regola ed assicura risorse per l’abbellimento delle opere pubbliche. Le
Linee Guida, emanate nel 2007, hanno reso l’applicazione della legge funzionale
all’esperienza della ricerca artistica contemporanea, prevedendo opere progettate
specificatamente per i luoghi prescelti e rendendo non raggirabile la legge, perché subordina
il collaudo dell’edificio alla realizzazione delle previste opere d’arte.
L’Aquila ed i suoi borghi sono un bene di tutti e tutti devono sentire la responsabilità di non
far morire una della maggiori città d’arte.
In occasione della manifestazione nazionale del 20 novembre “SOS L’Aquila chiama
Italia” gli artisti lanciano un appello alle istituzioni nazionali e locali affinché a
L’Aquila e nell’intero Paese venga data attuazione alla legge del 2%, aprendo un
confronto pubblico attraverso un concorso in cui proporre idee, progetti, opere.
Ripartiamo da L’Aquila per praticare la strada della democrazia culturale.
Assemblea cittadina – Tavolo della Ricostruzione Artistica
2 commenti finora
- inviato il 13/11/10 da
MARCOCari amici aquilani, da Taranto sottoscrivo il vostro appello. Mi lega a voi l'amore per questa città che mi ha accolto, ospitato e garantito lavoro per diversi anni. Oggi L'Aquila è ferita dagli eventi naturali, ma ancor di più dal malgoverno di uomini irresponsabili, collusi col sistema mafioso. Averli smascherati non basta. E' tempo di cacciarli via definitivamente, per far rivivere L'Aquila.
- inviato il 21/11/10 da
cristiana narducciEsprimo tutta la mia sentita solidarietà a voi, popolo abruzzese, al quale mi lega un sentimento di ammirazione e di stima per la testardaggine, la serietà, l'abnegazione con le quali avete sempre affrontato ogni sacrificio... cosa che state dimostrando ora, per l'ennesima volta, con la concretezza che vi contraddistingue. E' l'indignazione la molla che deve spingervi (e spingerci) a riprendere in mano il vostro destino!